“Salvo il crepuscolo”
di Julio Cortázar
(Edizioni SUR)
Per tutto il suo lungo percorso letterario Julio Cortázar ha sempre scritto poesia, considerandola un rifugio, un modo per tornare a casa. Quando ormai sapeva di essere prossimo alla morte volle, come ultimo progetto editoriale, sistemare il suo corpus poetico in questo libro.
Tradotto per la prima volta in italiano a quarant’anni dalla sua uscita, Salvo il crepuscolo raccoglie circa centocinquanta poesie, ma offre anche godibilissime pagine in prosa, che fanno da contrappunto ai versi. In questi brani un Cortázar al culmine del successo racconta in una sorta di laboratorio creativo il suo stesso compito di sistemazione dell’antologia: lo vediamo rovistare in vecchi cassetti, trascrivere versi recuperati da fogli e scontrini, da pagine strappate o preziosi quaderni di carta giapponese, tracciando così una cronistoria interna al libro stesso.
Dal sonetto al verso libero, dal pastiche al tango, questo sorprendente volume è un piccolo gioiello, un invito ad accostarsi per la prima volta all’opera dell’autore argentino, o a completarne la conoscenza.
Julio Cortázar, all’anagrafe Julio Florencio Cortázar Descotte (Bruxelles, 26 agosto 1914 – Parigi, 12 febbraio 1984), è stato uno scrittore, poeta, critico letterario, saggista e drammaturgo argentino naturalizzato francese, particolarmente attivo nei generi del fantastico, della metafisica, del mistero. Stimato da Borges, è stato spesso paragonato a Čechov e Edgar Allan Poe. I suoi racconti non seguono sempre una linearità temporale ed i personaggi esprimono una psicologia profonda.