“Il carillon delle ombre”
di Nicola Montenz
(Pendragon)
Una telefonata nel cuore della notte, a Berlino, spalanca una porta chiusa da troppi anni. Per Jacopo Coen, musicologo e direttore d’orchestra di origini italiane, non c’è più scelta: deve oltrepassarla una volta per tutte. Inizia così un lungo viaggio d’inverno attraverso l’Europa e i labirinti della memoria alla ricerca del passato, di musiche, voci e sguardi che affiorano per un attimo, lasciando intuire percorsi oscuri e attimi di felicità travolgente. Insieme a volti che appaiono e scompaiono come statue di un carillon, si ricostruisce l’intera esistenza di Jacopo e di sua moglie Julia: anni di apprendistato, amicizie, sogni, segreti accumulati in Italia e a Berlino, da entrambi i lati del Muro, e condannati a restare ombre – ironiche e straziate come i personaggi di questo romanzo, in cui prende forma l’affresco di un mondo diviso, pulsante di disperazione e di vita che respira insieme alla musica. Una narrazione in cui tempo e spazio sono illusioni, che sfuggono quanto più si tenta di afferrarle, e il dolore trova nella bellezza e nell’armonia le proprie sorgenti.
Nicola Montenz, filologo classico e musicista, alterna l’attività di insegnamento e di ricerca a quella concertistica al cembalo e al fortepiano. Per le edizioni Archinto ha pubblicato Parsifal e l’Incantatore: Ludwig e Richard Wagner (2010); L’armonia delle tenebre. Musica e politica nella Germania nazista (2013); L’eterna primavera: Libertas Schulze-Boysen e l’«Orchestra rossa» (2019); sempre per Archinto ha tradotto e curato la corrispondenza tra Richard Strauss e Gustav Mahler, il De insomniis di Sinesio di Cirene, L’odiatore della barba di Giuliano l’Apostata, e alcuni Moralia di Plutarco. Il suo romanzo d’esordio, Gli specchi di cenere (2006), è stato pubblicato dalle edizioni PeQuod.