La Libreria Fahrenheit 451 consiglia il nuovo romanzo di Kader Abdolah, autore best seller del catalogo Iperborea, che con La casa della moschea e Scrittura cuneiforme è riuscito a conquistare molto rapidamente la fiducia e i cuori di lettori e librai.
Ogni nuovo romanzo di Kader Abdolah è una certezza, e quest’ultimo non fa eccezione: IL FARAONE D’OLANDA vi commuoverà per la sua delicatezza, la sua profondità, la sua poesia, per il suo essere insomma autenticamente «abdolahiano». Parla di nostalgia (delle radici e degli affetti, ma anche di nostalgia intesa come sentimento assoluto dell’età anziana), di senso della vita, di destino, di ricerca struggente del divino ed è un’ode all’amicizia e all’arte come missione e consolazione.
Dal cantastorie iraniano-olandese Kader Abdolah, un romanzo di humor e poesia sugli dèi egizi e i coccodrilli del Nilo, sull’amicizia e sul senso del ritorno a casa.
L’egittologo olandese Herman Raven sta perdendo la memoria. Di una vita intera scandita da grandi imprese archeologiche ricorda solo un segreto: nella sua cantina, decorata ad arte come una tomba faraonica, nasconde un antico e inestimabile sarcofago, contenente la mummia della regina Merneith, che fu l’eletta di Thoth, il dio egizio della scrittura e della sapienza. Da anni Herman se ne prende cura amorevolmente insieme all’amico Abdolkarim, figlio di un restauratore di libri antichi del Cairo ed ex operaio in una ditta di lavatrici all’Aia, che nella sua casetta olandese sul canale ha ricreato un tipico orto del Nilo. Ma tutto ha una fine, «tutto torna al luogo da dove è venuto», così Abdolkarim desidera ora tornare «a casa», e se riuscirà a riportare in Egitto anche la regina Merneith potrà dare un senso e un valore al suo destino di emigrato, senza sentirsi sconfitto. È questa la missione che i due vecchi idealisti, minacciati in sogno dai coccodrilli del Nilo, devono compiere a ogni costo prima di morire, sfidando le autorità, chi vorrebbe trarre profitto dal prezioso reperto e chi lo considera un falso, una folle invenzione, il capriccio infantile di due confuse menti senili. Del resto qual è la verità quando la memoria ci tradisce? E conta di più la realtà o una fantasia che dia luce e scopo ai nostri giorni? Da rifugiato che non sa se potrà mai rivedere la sua terra d’origine, Kader Abdolah racconta attraverso le avventure di due eroi al crepuscolo della vita una storia piena di humor e nostalgia sul diritto al «ritorno» – ritorno alla libertà dell’infanzia, ritorno alle proprie radici – per portare a compimento un’esistenza.