Recensione: “La compagna Natalia”

“La compagna Natalia”
di Antonia Spaliviero
(Sellerio)

nataliaSe è vero che, negli ultimi anni, gli scaffali delle librerie sono stati incalzati da un flusso di novità in costante crescita, ci troviamo talvolta di fronte ad un felice caso opposto: La compagna Natalia è un piccolo gioiello rimasto per anni nel cassetto – o, più precisamente, nei diari – di Antonia Spaliviero ed ora pubblicato postumo da Sellerio.

Periferia torinese, primi anni ’70, un Istituto Tecnico con classi teoricamente miste, di fatto ancora rigidamente separate dalle consuetudini culturali (“una femmina perito tecnico? Un maschio segretaria d’azienda?”): ragazzi e ragazze si scrutano, si desiderano, si danno la caccia, scherzano e teorizzano, mentre Natalia, per conto proprio, legge volumi dall’aria impegnativa ma “si strabacia” con un ragazzo più grande, un “uomomaturo”, davanti ai cancelli: sembra, insomma, immersa in quella vita che le sue coetanee vagheggiano soltanto. Anche l’io narrante la scruta, tra diffidenza ed attrazione, fino a che le loro traiettorie si incrociano: sarà, però, un percorso tutt’altro che lineare.

Tra una disputa su chi sia meglio tra Mal dei Primitives e Dino e lezioni d’Inglese su The Sound of Silence, tra cotte improbabili e visite a un anziano povero e solo per niente bonario, il sapore nostalgico e scanzonato dei primi capitoli cede via via il passo ad una maggiore introspezione, finchè la Storia fa capolino.

Tutto in poche, agili pagine: magia della Letteratura.

Claudia De Santis

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