La Libreria Fahrenheit 451 vi consiglia:
“Tempo di uccidere”
di Ennio Flaiano
(Adelphi Edizioni)
«Quando la campagna sarà finita non pochi si precipiteranno a scrivere dei libri» annota Flaiano nel febbraio del 1936, mentre, sottotenente del Genio, partecipa alla guerra d’Etiopia. «Già immagino il contenuto e i titoli: “Fiamme nel Tigrai”, “Africa te teneo”, “Tricolore sull’Amba”!». Non a caso, attenderà dieci anni prima di ricavare da quella sofferta esperienza – fatta di sete e stanchezza, caldo e paura – un romanzo. Un romanzo sconcertante, tanto più in pieno clima neorealista, che ha come sfondo non la «terra ideale dei films Paramount», ma il paese triste, ingrato, ambiguo, sfuggente delle iene (e che dunque cela di necessità «qualcosa di guasto»), e al centro una vicenda «assolutamente fantastica»: un delitto futile e fatale, che scatena in chi l’ha commesso un corrosivo delirio. E gli trasmette il morbo di un «impero contagioso», di un senso di colpa inscindibile dal rancore, di una pietà commista a disprezzo per un mondo ignoto, l’Africa – «lo sgabuzzino delle porcherie», dove gli occidentali vanno «a sgranchirsi la coscienza».
Nato da una conversazione con Leo Longanesi e vincitore del premio Strega nel 1947, Tempo di uccidere, unico romanzo scritto da Flaiano, è un’intensa allegoria della guerra, messa a nudo con ironica, spietata crudeltà.
Ennio Flaiano (Pescara 1910- Roma 1972) è uno tra i più importanti ed eclettici rappresentanti della cultura italiana del Novecento. È stato critico cinematografico di varî periodici e, dal 1949 al1953, redattore capo del settimanale Il Mondo; critico teatrale de L’Europeo e collaboratore del Corriere della Sera. Tra i suoi libri di narrativa: Diario notturno (1956), Una e una notte(1959), Il gioco e il massacro (1970), Le ombre bianche (1972). Ha anche scritto per il teatro (Un marziano a Roma e altre farse, 1971), e curato numerose sceneggiature cinematografiche tra cui quelle celebri per Federico Fellini.