“Le tre vite di Josef Klein”
di Ulla Lenze
(Marsilio)
Recensione di Danilo Tagliaferri.
Alla fine degli anni ’30, a New York vive Josef Klein, emigrato dalla Germania e da anni impiegato presso una piccola tipografia che stampa volantini propagandistici per tutti i movimenti politici che agitano la vita sociale della città. Josef è un uomo tranquillo che vive ai margini della società e passa il suo tempo libero nell’etere, come radioamatore.
Proprio queste sue inclinazioni e capacità lo metteranno in contatto con alcuni equivoci connazionali che gli proporranno di inviare messaggi cifrati in Germania. Spirano venti di guerra e Josef pagherà a caro prezzo la sua ingenuità. Il racconto delle sue peripezie – il ritorno nella Germania post bellica per rivedere il fratello, la partenza per l’Argentina, rifugio dei nazisti e l’approdo in Costarica – è descritto con una tecnica che può sembrare spiazzante, dato che la storia rimbalza tra gli anni 1939, 1949 e 1953 con frequenti flash back, ma in realtà rende più viva la narrazione di uno dei capitoli meno noti della storia del novecento che l’autrice affronta senza intenti assolutori né di condanna.