La Libreria Fahrenheit 451 vi segnala una nuova uscita 66TH and 2ND:
Congo inc. Il testamento di Bismarck
di In Koli Jean Bofane
presentato in anteprima in alcune città italiane per il Festival Ottobre Africano.
Il secondo romanzo dell’autore di Matematica congolese, Congo inc., è una dirompente commedia dell’assurdo che racconta meglio di tutti i reportage e le inchieste la crudele realtà del Congo contemporaneo e il lascito materialista e destabilizzante del colonialismo europeo.
Troppo alto per i pigmei ma troppo basso per tutti gli altri, Isookanga proprio non si rassegna a vivere in un villaggio sperduto nel bel mezzo della foresta. Da quando ha scoperto Internet e i mille modi che la globalizzazione offre per fare soldi, ha un solo obiettivo: trasferirsi a Kinshasa. Così, sbarcato nella capitale congolese, si mette in affari con Zhang Xia, un cinese che commercia in sacchetti di acqua potabile. Nel frattempo, a Kinshasa e altrove, la vita scorre: un ex signore della guerra sogna di tornare a uccidere i suoi simili; una ricercatrice belga perde la testa per un prestante congolese; un reverendo mette a punto una lotteria per invogliare i parrocchiani a fare donazioni; in Cina, la moglie di Zhang Xia tenta di resistere al proprio decadimento morale e sessuale; insomma, gli esseri umani continuano a dare prova di avidità, cinismo e stupidità, mentre le multinazionali del pianeta si appropriano delle incredibili ricchezze naturali del Congo. Chi salverà questo paese, derubato dall’esterno e marcio dentro? L’innocenza e i sogni, le idee e la solidarietà. E la letteratura naturalmente, se come in questo caso è distillata con umorismo, energia attraverso una scrittura incalzante e spietatamente lucida, ma senza rinunciare mai alla leggerezza.
Con Matematica congolese (66thand2nd, 2014) – a metà tra il polar e la fantapolitica orwelliana, uscito in Francia nel 2008 –, In Koli Jean Bofane si è aggiudicato il Grand prix littéraire d’Afrique noir e il Prix Jean Muno, con Congo inc. Il testamento di Bismarck è stato candidato al Prix Ahmadou Kourouma, è finalista al Prix du Cinq Continents de la Francophonie, e ha vinto il Prix Les amis des bibliothèques de Bruxelles e il Prix Transfuge. Nel 2014 il libro ha inoltre ricevuto il Grand prix du roman métis, riconoscimento che nel mondo francofono premia il miglior libro sulle contaminazioni di popoli e culture.