La Libreria Fahrenheit 451 vi consiglia:
“Le transizioni”
di Pajtim Statovci
(Sellerio).
Traduzione dal finlandese Nicola Rainò
Emozionante riflessione letteraria sull’identità condotta con una sensibilità innovativa e spiazzante, scritto con una lingua capace di comprimere in una sola frase la rabbia e il desiderio, la malinconia e il dettaglio più minuto, il romanzo segna il talento di un autore giovanissimo che racconta l’appartenenza e l’esclusione, l’amore e la crudeltà in un libro che come ha scritto The Guardian «sorge dalle ceneri del secolo precedente come una potente fenice».
Un ragazzo che sa diventare una donna: si chiama Bujar, e può essere una giovane di Sarajevo corteggiata da uomini di ogni età oppure un affascinante spagnolo che fa innamorare ragazze alle quali non riesce a concedersi. Bujar inventa continuamente se stesso e la propria storia, come un impostore che si appropria dei frammenti che carpisce agli altri, del passato delle persone che ha amato, dei loro nomi, perché può scegliere chi vuole essere, il paese da cui proviene, i dettagli della propria esistenza, semplicemente mentre si racconta a un amico o a una sconosciuta, nel resoconto di una vita trascorsa in viaggio e in fuga, dall’Albania all’America, passando per Roma, Madrid, Berlino, Helsinki. Perché, come dice lui stesso, «nessuno è tenuto a rimanere la persona che è nata, possiamo ricomporci come un nuovo puzzle».